La segnaletica
TUTE DA LAVORO
PROTEZIONE DEL CORPO E DELLA PELLE: ABBIGLIAMENTO
DA LAVORO
Per la protezione del corpo sono previsti DPI appartenenti alla I, II e III categoria:
Per la protezione del corpo sono previsti DPI appartenenti alla I, II e III categoria:
1. Indumenti di protezione (contro
aggressioni meccaniche, chimiche, calore, radiazioni, ecc.)
2. Dispositivi di protezione di
tronco e addome (giubbotti o grembiuli)
3. Dispositivi di protezione della
pelle (creme protettive, pomate)
La stragrande maggioranza degli
indumenti da lavoro possono essere considerati DPI di I categoria per i ABITI DA LAVORO - RIFERIMENTI, NORMATIVE E TIPOLOGIE
COME È NATO L'ABITO DA LAVORO
L'abbigliamento
da lavoro nasce per gli operai delle grandi aziende; è in cotone con trama
robusta, resistente ai forti lavaggi, di colore blu. Da lì negli anni si
sviluppa la sua interessante trasformazione.
Con il passare del tempo, infatti, non ci si accontenta più di questa "divisa" standard e con l'evoluzione industriale le esigenze crescono stimolando i produttori di abbigliamento da lavoro a diversificare secondo le sempre nuove esigenze.
Con il passare del tempo, infatti, non ci si accontenta più di questa "divisa" standard e con l'evoluzione industriale le esigenze crescono stimolando i produttori di abbigliamento da lavoro a diversificare secondo le sempre nuove esigenze.
COME LE NORMATIVE DI SICUREZZA CAMBIANO IL SETTORE
DELL'ABBIGLIAMENTO DA LAVORO
Inizia
un percorso di studio e sviluppo che mira a ridurre gli infortuni sul lavoro,
oltre che a preservare la salute dei lavoratori nello svolgere delle loro
mansioni. Le aziende spesso riusciranno a muoversi con difficoltà in questo ambito
perché pressate tra la tutela dell'ambiente unitamente a quella del loro
personale e le richieste della clientela di ottenere prodotti e/o servizi
efficienti a costi contenuti.
Ad aiuto di queste imprese si muovono le associazioni di categoria e, nel contempo, sorgono diverse aziende di consulenza per la sicurezza fornendo l'assistenza necessaria e suggerendo le soluzioni più efficaci.
Questi consulenti, si concentrano molto sui cambiamenti da apportare alle linee di produzione e agli ambienti di lavoro ma relativamente all'abbigliamento da lavoro come si comportano? Sono molto attenti a tradurre nel concreto le indicazioni rese dai testi di legge ma quando l'azienda, a sua volta, deve trovare l'abbigliamento da lavoro secondo i requisiti previsti deve trovare un altro consulente: il proprio fornitore di abiti da lavoro
Questi, se conosce veramente il prodotto che espone, saprà proporvi l'abbigliamento da lavoro che per le sue caratteristiche ottempera alle esigenze di conformità secondo normativa antinfortunistica e alle esigenze del dipendente che lo porterà volentieri.
Per introdurre maggiormente chi legge in questo "pianeta" elenchiamo qui di seguito alcuni tessuti e/o capi specifici nati proprio sullo stimolo di queste nuove normative:
Ad aiuto di queste imprese si muovono le associazioni di categoria e, nel contempo, sorgono diverse aziende di consulenza per la sicurezza fornendo l'assistenza necessaria e suggerendo le soluzioni più efficaci.
Questi consulenti, si concentrano molto sui cambiamenti da apportare alle linee di produzione e agli ambienti di lavoro ma relativamente all'abbigliamento da lavoro come si comportano? Sono molto attenti a tradurre nel concreto le indicazioni rese dai testi di legge ma quando l'azienda, a sua volta, deve trovare l'abbigliamento da lavoro secondo i requisiti previsti deve trovare un altro consulente: il proprio fornitore di abiti da lavoro
Questi, se conosce veramente il prodotto che espone, saprà proporvi l'abbigliamento da lavoro che per le sue caratteristiche ottempera alle esigenze di conformità secondo normativa antinfortunistica e alle esigenze del dipendente che lo porterà volentieri.
Per introdurre maggiormente chi legge in questo "pianeta" elenchiamo qui di seguito alcuni tessuti e/o capi specifici nati proprio sullo stimolo di queste nuove normative:
INDUMENTI ALTA
VISIBILITÀ
abbigliamento da lavoro
confezionato con tessuto alta visibilità completo di bande rinfrangenti, il
tutto secondo normativa EN 471, EN 340. Ad alta visibilità sono considerati quegli abiti il
cui tessuto mantiene una certa fluorescenza per almeno 50 lavaggi
effettuatisecondo etichetta di lavaggio. Il settore d'impiego normalmente è
quello di chi si occupa del soccorso sanitario, o opera sulle strade, negli
aeroporti e in tutti i campi in cui il lavoratore si muove in spazi dove ci
sono mezzi in movimento.
INDUMENTI
ANTIMPIGLIAMENTO
abbigliamento da lavoro secondo
normativa EN 340 - EN 510, ovvero confezionato secondo precise indicazioni affinchè
risulti sicuro in presenza di pericolo di impigliamento. Questo tipo di
abbigliamento, quindi, presenta particolari accorgimenti, quali la presenza di
tasche interne, fondomanica con elastici o polsini ecc. Vengono utilizzati da
parte di lavoratori che operano in prossimità di macchinari a lavorazione
automatica.
INDUMENTI IGNIFUGHI
abbigliamento da lavoro secondo
normativa EN 470-1, EN 531, EN 340, confezionato con tessuti 100% cotone e trattati in
modo da ritardare la presa della fiamma sul tessuto consentendo così al
lavoratore di avere il tempo di spogliarsi da esso evitando l'infortunio. Anche
la confezione di questi capi si adatta alla normativa con pattelle
copricerniera, polsini elastici ecc. Il settore d'impiego è per gli operatori a
contatto con fonti di calore libere come saldatrici e negli ambienti come
fonderie ecc.
TESSUTO
IGNIFUGO/ANTIACIDO/ANTISTATICO
secondo normativa EN 470-1, EN 531, prEN 13034, EN 1149-1. Si tratta di un tessuto molto
particolare perché raggruppa 3 esigenze in un unico prodotto. Il settore
d'impiego è per gli operatori che lavorano a contatto sia con acidi, che con
fiamme libere e necessitano di un tessuto che non produca scintille elettrostatiche.
TESSUTO ANTIACIDO
secondo normativa EN 470-1, EN 531. Questo tessuto non viene
attaccato dagli acidi che, di norma, aggrediscono i tessuti non trattati
perforandoli. Il settore d'impiego è per i lavoratori che operano a contatto
con acidi come gli addetti alle lavorazioni galvaniche, chi maneggia batterie
per auto, ecc.
TESSUTO
ANTIACIDO/ANTISTATICO
secondo normativa prEN 13034, EN 1149-1; questo tessuto è per gli
operatori che necessitano di tessuti che non producano scintille
elettrostatiche e che possono venire a contatto con acidi come i trasportatori
di gas liquidi o petroli.
Sull'argomento
delle certificazioni notiamo molta confusione.
A volte tutte queste normative possono confondere e creare insicurezze. Vogliamo dare quindi, ulteriori informazioni in merito. Spesso infatti è sufficiente un DPI Iª CATEGORIA, adatto alla professione che deve svolgere chi lo indossa ma vediamo questo nello specifico…
A volte tutte queste normative possono confondere e creare insicurezze. Vogliamo dare quindi, ulteriori informazioni in merito. Spesso infatti è sufficiente un DPI Iª CATEGORIA, adatto alla professione che deve svolgere chi lo indossa ma vediamo questo nello specifico…
quali le caratteristiche protettive si fondono con
quelle di comodità di uso (robustezza allo strappo ed all'abrasione ma anche
comodità, presenza eventuale di tasche particolari, ecc) fino ad arrivare
all'eleganza, considerata ormai (per gli effetti positivi del sentirsi a
proprio agio in tutte le situazioni) come un parametro importante della
sicurezza sul lavoro.
Per i DPI di II e III categoria vale la Norma EN340: Abbigliamento Protettivo - Requisiti Generali, la Norma EN 342; Abbigliamento Protettivo - Protezione contro il freddo e la Norma EN 343: Abbigliamento Protettivo - Protezione contro le intemperie.
In accordo alla EN340 il capo di abbigliamento deve avere una marcatura, stampata sul prodotto stesso o su un etichetta attaccata al prodotto, che contenga i seguenti elementi:
Per i DPI di II e III categoria vale la Norma EN340: Abbigliamento Protettivo - Requisiti Generali, la Norma EN 342; Abbigliamento Protettivo - Protezione contro il freddo e la Norma EN 343: Abbigliamento Protettivo - Protezione contro le intemperie.
In accordo alla EN340 il capo di abbigliamento deve avere una marcatura, stampata sul prodotto stesso o su un etichetta attaccata al prodotto, che contenga i seguenti elementi:
1. tipo di prodotto
2. taglia
3. indicazione di uso
4. pittogrammi
5. indicazione della norma
applicabile
WORKMASTER - WALL
NORMATIVE
EN 340
DESCRIZIONE
• toppe gomiti in Cordura® • tasca
porta cellulare con E-CARE • inserti reflex 3MTM ScotchliteTM Reflective
Material - 8910 Silver Fabric • ampie tasche sul petto e sul fondo •
inserto porta penne • passante auricolare • 2 tasche interne • taglio
manica ergonomico • larghezza vita e polsino regolabili • zip YKK
COMPOSIZIONE
60% cotone
40% poliestere
WORKMASTER: 290 g/mq - WALL: 245 g/mq
COLORI
corda
grigio
navy
fango - Soft Stone Wash
antracite
nero
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GUANTI
Normative
tipi di guanti
tipi di guanti di protezione
tipi di guati e normative 2
OCCHIALI
OCCHIALI D.P.I
Gli occhi
sono soggetti a diversi rischi: schegge, materiali roventi o caustici o
corrosivi, radiazioni, che possono portare a tre tipi di lesioni: meccaniche,
ottiche e termiche. Per proteggere questi organi delicati si usano DPI del
tipo:
- Occhiali - norme di conformità
EN166
- Maschere - norme di conformità
EN166
- Visiere - norme di conformità
EN166
- Schermi - norme di conformità
EN166
eventualmente
abbinati a:
- Filtri per saldatura - norme
di conformità EN169
- Filtri per raggi ultravioletti - norme di conformità
EN170
- Filtri per raggi infrarossi -
norme di conformità EN171
- Filtri di protezione solare
per uso industriale - norme di conformità EN172
I danni da
radiazione si differenziano in base al tipo di luce emessa:
- luce blu: penetrazione della
retina;
- infrarosso: deformazione della
cornea;
- ultravioletto: arrossamento
degli occhi;
Per ovviare
a questi problemi vengono sempre più utilizzate maschere auto-oscuranti per
saldatori, con filtri opto-elettronici che si oscurano in 0,2 millesimi di
secondo dallo scoccare dell’arco elettrico.
DEFINIZIONE
Gli
"occhiali", insieme agli "schermi" ed alle
"visiere", sono i più
importanti
dispositivi di protezione individuale (DPI) degli occhi contro i
rischi
meccanici (poveri, trucioli, schegge), ottici (raggi UV ed IR, laser),
chimici
(vapori, nebbie e fumi, soluzioni acide ed alcaline) e termici (il freddo
può
causare lacrimazione protratta, il calore può provocare infiammazioni o
ustioni),
generalmente tra loro variamente associati nella maggior parte dei
luoghi
di lavoro (saldatura, fotocomposizione, laboratori, industria
metalmeccanica
e del legno in particolare).
Gli
schermi sono generalmente utilizzati per lavori di saldatura o in
prossimità
di masse incandescenti per brevi periodi, portati a mano dallo
stesso
lavoratore oppure, se fissi, sono posizionati davanti al pezzo su cui
lavorare.
Le
visiere, più comode degli schermi, sono generalmente integrate da un
elmetto
di protezione ed abbassate in caso di lavorazioni a rischio. Visiere e schermi
proteggono, oltre agli occhi, anche il volto dell'operatore.
TIPOLOGIA E
REQUISITI DELLA PROTEZIONE
Gli
occhiali di protezione, in generale, devono possedere un campo
visivo
ampio e devono essere robusti e resistenti agli urti, non avere
sporgenze,
irregolarità che possano causare danno o disagio agli utilizzatori
o
causare irritazioni cutanee. I materiali devono essere fisiologicamente
inerti,
di bassa conducibilità termica, atossici ed inodori.
Il
fissaggio dovrebbe essere effettuato a mezzo di astine o bande
elastiche
con idoneo sistema di regolazione della lunghezza; gli occhiali
dovrebbero
avere un peso minimo, la parte ottica perfettamente alloggiata
nella
sua sede ed essere ben rifiniti esteticamente, resistenti alla
combustione,
alla corrosione delle parti metalliche, alla disinfezione.
In
ultimo, la lavorazione deve essere esente da bolle, vi deve essere una
ottima
trasparenza della parte ottica, assenza di effetti sferico, astigmatico, o
prismatico.
Per quanto riguarda la costituzione della lente, questa potrebbe
essere
in vetro organico termoplastico a base di carbonio, vetro minerale a
base di
silice o vetro organico termoindurente a base di resine sintetiche
(infrangibile).
In caso di lente scura, l'occhiale deve assicurare comunque
una
buona visione e proteggere dalle radiazioni nocive.
I vetri
dovrebbero avere almeno 40 mm di altezza e 50 mm di larghezza e
dovrebbe
essere resa nota ai lavoratori la differenza strutturale tra vetri di
sicurezza
(con resistenza alla rottura), vetri composti (in cui la parte rivolta
verso
l'occhio rimane intatta perché trattenuta da una pellicola di plastica),
vetri
temperati, in cui in caso di rottura i vetri si disperdono in piccolissimi
pezzi
non taglienti.
Per
quanto riguarda le lenti a contatto, ci si dovrebbe attenere alle
seguenti
indicazioni:
a)
dovrebbero essere prescritte ed applicate da un medico oculista e
dovrebbe
esservi la possibilità, sul posto di lavoro, di seguire le istruzioni
impartite
in merito al lavaggio e disinfezione, reidratazione eventuale per
lenti
morbide idrofile, limite di tempo giornaliero per utilizzazione, controllo
oculistico
dopo il periodo di adattamento;
b) non
dovrebbero essere usate in ambienti polverosi oppure ove vi siano
vapori
(se lenti morbide). Non devono essere usate senza occhiali protettivi
in
quanto vi sono sostanze irritanti che possono comportare pericolo di
lesioni.
Negli ambienti molto caldi (saldatura, verniciatura) vi è il rischio che
le
lenti possano essiccare ed aderire alla cornea. Si deve pertanto rendere
nota la
condizione di portatore d i lenti a contatto al capo reparto o ad altri
lavoratori
al fine di far rimuovere le lenti in caso di personale incapacità o
impossibilità
o in emergenza.
Le
lenti degli occhiali devono essere tenute pulite in quanto le lenti
sporche
restringono la visione e possono causare un affaticamento del
"visus"
e favorire degli infortuni. Esistono due metodi per pulire gli occhiali.
Il
vetro, il policarbonato e altri materiali plastici possono essere tenuti puliti
bagnando
i due lati della lente e asciugarli con una carta assorbente. Le lenti
antistatiche
e antinebbia devono essere pulite con liquidi speciali
giornalmente
specialmente se sono utilizzate in ambienti polverosi.
Le
lenti di vetro possono essere pulite anche a secco rimuovendo lo
sporco
con un panno possibilmente trattato con silicone; tale procedura non
è
valida per le lenti di policarbonato o di plastica in quanto potrebbero
essere
graffiate.
Gli
occhiali sono consegnati ai lavoratori e come tali da utilizzare solo da
una
persona. Se esiste la necessità che più persone utilizzino lo stesso
dispositivo
di protezione individuale questo deve essere pulito e disinfettato.
Le
lenti rigate o rovinate devono essere sostituite perchè compromettono
la
visione e la loro resistenza meccanica.
La
sostituzione si rende necessaria anche per i DPI in policarbonato o in
plastica
quando questi diventano opachi per il loro prolungato utilizzo o per
la loro
"vecchiaia".
QUESTIONI
INTERPRETATIVE
In tema
di legislazione in merito all'uso delle protezioni personali, si
ritiene
di dover applicare il D.P.R. 19 marzo 1956, n. 303, in caso di questioni
inerenti
l'igiene del lavoro e, quindi, la protezione contro le malattie
professionali,
mentre si dovrà applicare il D.P.R. 27 aprile 1955, n. 547 in
caso di
problematiche correlate alla protezione dagli infortuni sul lavoro.
ADEMPIMENTI
AMMINISTRATIVI
La
scelta degli occhiali di sicurezza deve essere effettuata nel rispetto
delle
procedure elencate negli artt. 42 e 43 del D.Lgs. n. 626/1994 e cioè:
- esame
preliminare del tipo di protezione con analisi e valutazione dei
rischi
che non possono essere evitati con altri mezzi
-
definizione delle caratteristiche necessarie affinché gli occhiali
possiedano,
in relazione al lavoro, requisiti di sicurezza (tenendo conto del
rischio
aggiuntivo determinato dall'uso degli stessi occhiali)
-
informazione ai lavoratori e/o dai loro rappresentanti su tutte le misure
adottate
in materia di sicurezza e salute in caso di impiego di attrezzature di
protezione
individuale sui luoghi di lavoro.
Dovranno
essere scelte protezioni con la marcatura CE (conformità dei
requisiti
essenziali di sicurezza attestati dal fabbricante) che ostacolino il meno
possibile
i gesti
da compiere e le posizioni da assumere, adeguate ai
rischi
da prevenire, che rispondano alle condizioni esistenti sul posto di
lavoro
e tengano conto delle esigenze ergonomiche.
Gli
occhiali dovranno essere forniti gratuitamente, insieme ad
informazioni
adeguate sulla loro utilizzazione ed efficacia, e dovranno essere
di uso
personale.
Secondo
l'allegato II del D.Lgs. n. 475/1992 (2.2) i dispositivi di protezione
individuale
come gli occhiali, che "avvolgono" le parti del corpo da
proteggere,
devono essere sufficientemente aerati onde limitare il sudore
derivante
dal fatto di portarli oppure devono essere dotati, se possibile,
dispositivi
per assorbire il sudore. Inoltre, (2.3) devono limitare il meno
possibile
il campo visivo e la vista dell'utilizzatore, devono avere un grado di
neutralità
ottica compatibile con la natura delle attività e, se devono
proteggere
da sostanze pericolose ed agenti infettivi (3.10.2), devono essere
tali da
impedire la penetrazione e diffusione nelle prevedibili condizioni
d'impiego
(chiusura ermetica o stagna). Per agenti particolarmente pericolosi
le protezioni
devono essere sottoposte a prove che permettano di
classificarle
a secondo della loro efficacia.
Secondo
l'allegato V del D.Lgs. n. 626/1994 (§ 3) occhiali, visiere o
maschere
dovrebbero essere utilizzati nel corso delle attività di:
-
saldatura, molatura e tranciatura
-
scalpellatura, lavorazione e finitura di pietre
-
meccanica con uso di estrattori di bulloni o impiego di macchine
asportatrucioli
durante la lavorazione di materiali che producono trucioli
corti
-
fucinatura a stampo, rimozione e frammentazione di schegge
-
sabbiatura, manipolazione di prodotti acidi ed alcalini, disinfettanti e
detergenti
corrosivi
-
impiego di pompe a getto liquido, manipolazione di masse incandescenti fuse o
lavori
in prossimità delle stesse
-
lavori che comportino esposizione a calore radiante
-
impiego di laser
Si
ricorda la necessità di segnalare con opportuni cartelli (segnaletica di
sicurezza)
l'obbligo di indossare gli occhiali nelle lavorazioni a rischio (art.
352, D.P.R. n. 547/1955).
SANZIONI
Per i datori di lavoro:
A) in
tema di sicurezza:
- la
violazione dell'art. 382 (fornitura di occhiali ai fini della sicurezza) del
D.P.R.
n. 547/1955 è sanzionata con l'ammenda massima di L. 2.000.000 o
con
l'arresto fino a 3 mesi;
- la
violazione dell'art. 4 (a) (b) e (c) del D.P.R. n. 547/1955 (attuare le
norme,
rendere edotti i dipendenti, disporre ed esigere l'uso di occhiali ai fini
della
sicurezza) è sanzionata con un'ammenda massima di L. 2.000.000 o con
l'arresto
fino a 3 mesi;
- le
violazioni degli artt. 12, 92, 259 e 352 del D.P.R. n. 547/1955 sono
sanzionate
ognuna con un'ammenda massima di L. 2.000.000 o con l'arresto
fino a
3 mesi (art. 389, lett. c), D.P.R. n. 547/1955).
B) in
tema di igiene del lavoro:
- la
violazione dell'art. 26 (occhiali in dotazione personale) del D.P.R. n.
303/1956
è sanzionata con un'ammenda massima di L. 2.000.000 o con
l'arresto
fino a 2 mesi (art. 58, lett. d), D.P.R. n. 303/1956);
- la
violazione dell'art. 4 (c) (fornitura di occhiali per l'igiene del lavoro) del
D.P.R.
n. 303/1956 è sanzionata con l'ammenda massima di L. 8.000.000 o
con
l'arresto da 3 a 6 mesi (art. 58, lett. a), D.P.R. n. 303/1956);
- la
violazione dell'art. 4 (d) del D.P.R. n. 303/1956 (disporre ed esigere
l'uso
di occhiali) è sanzionata con l'ammenda massima di L. 2.000.000 o con
l'arresto
fino a 3 mesi (Art. 58, lett. c), D.P.R. n. 303/1956).
Per i preposti:
A) in
tema di sicurezza:
- la
omessa vigilanza ai sensi dell'art. 4 del D.P.R. n. 547/1955 su quanto
disposto
all'art. 6 (d) ed (e) (divieto di modifica degli occhiali senza
autorizzazione)
dello stesso decreto è sanzionata con l'ammenda massima di
L.
2.000.000 o con l'arresto fino a 3 mesi (art. 391, lett. a), D.P.R. n.
547/1955);
- la
omessa vigilanza ai sensi dell'art. 4 del D.P.R. n. 547/1955 su quanto
disposto
all'art. 6 (a), (b) e (c) (osservare norme e misure disposte per la
sicurezza,
usare con cura gli occhiali, segnalarne le deficienze) è sanzionata
con
l'ammenda massima di L. 1.000.000 o con l'arresto fino a 2 mesi (art. 391,
lett.
b), D.P.R. n. 547/1955).
B) in
tema di igiene del lavoro:
- la
violazione dell'art. 4 (b) (rendere edotti i lavoratori delle misure di
prevenzione)
del D.P.R. n. 303/1956 è sanzionata con un'ammenda massima
di L.
4.000.000 o con l'arresto da 1 a 3 mesi;
- la violazione
dell'art. 4 (d) (disporre ed esigere l'uso degli occhiali) del
D.P.R.
n. 303/1956 è sanzionata con un'ammenda massima di L. 2.000.000 o
con
l'arresto fino a 2 mesi (art. 59, D.P.R. n. 303/1956).
Per i lavoratori:
A) in
tema di sicurezza:
-
l'inosservanza dell'art. 6 (d) ed (e) del D.P.R. n. 547/1955 è sanzionata
con
l'ammenda massima di L. 1.500.000 o con l'arresto fino a 1 mese;
-
l'inosservanza dell'art. 6, (a) (b) e (c) del D.P.R. n. 547/1955 è sanzionata
con
l'ammenda massima di L. 800.000 o con l'arresto fino a 15 giorni (art.
392,
D.P.R. n. 547/1955).
B) in
tema di igiene del lavoro:
-
l'inosservanza dell'art. 5 (d) (non modificare gli occhiali senza averne
avuto
l'autorizzazione) del D.P.R. n. 303/1956 è sanzionata con l'ammenda
massima
di L. 1.500.000 o con l'arresto fino a 1 mese;
-
l'inosservanza dell'art. 5 (a), (b) e (c) (osservare le norme e le misure
disposte
dal datore di lavoro, usare con cura gli occhiali, segnalare le
deficienze
degli occhiali) è sanzionata con un'ammenda massima di L.
800.000
o con l'arresto fino a 15 giorni (art. 60, D.P.R. n. 303/1956).
Altre
sanzioni sono riportate nella nota "Dispositivi di protezione
individuale
- Disposizioni a carattere generale".
MASCHERA
DEFINIZIONE
Si riferisce a tutti i tipi di protettori delle vie respiratorie utilizzati contro sostanze che presentano un rischio noto per la salute durante l'attività lavorativa. Si suddividono in:
Si riferisce a tutti i tipi di protettori delle vie respiratorie utilizzati contro sostanze che presentano un rischio noto per la salute durante l'attività lavorativa. Si suddividono in:
· Respiratori a filtro
· Respiratori a filtro con semimaschera portafiltro e inserto filtrante
Respiratori a filtro
NORMA DI RIFERIMENTO
UNI EN ISO 10720:2007
UNI EN ISO 10720:2007
REQUISITI
· non devono essere utilizzati in ambienti in cui c'è o potrebbe esserci insufficienza di ossigeno.
· la protezione offerta da un respiratore dipende, oltre che alla tenuta sul volto, dalla granulometria e dalla distribuzione granulometrica dell'inquinante nonché dalle caratteristiche costruttive.
· Questo respiratore può essere utilizzato nel corso di un solo turno lavorativo (monouso) e poi deve essere gettato.
· l'aria inspirata passa attraverso un materiale filtrante che trattiene gli inquinanti.
· I filtri antipolvere e i respiratori con filtro antipolvere si suddividono nelle classi seguenti:
- bassa efficienza (filtri P1 - respiratori FFP1, THP 1, TMP 1)
- media efficienza (filtri P2 - respiratori FFP2, THP 2, TMP 2)
- alta efficienza (filtri P3 - respiratori FFP3, THP 3, TMP 3)
- i filtri di media ed alta efficienza sono inoltre differenziati secondo la loro idoneità a trattenere particelle sia solide che liquide o solide soltanto
- media efficienza (filtri P2 - respiratori FFP2, THP 2, TMP 2)
- alta efficienza (filtri P3 - respiratori FFP3, THP 3, TMP 3)
- i filtri di media ed alta efficienza sono inoltre differenziati secondo la loro idoneità a trattenere particelle sia solide che liquide o solide soltanto
· I filtri antigas si suddividono nelle categorie seguenti:
- piccola capacità (filtri di classe 1)
- media capacità (filtri di classe 2)
- grande capacità (filtri di cl
- media capacità (filtri di classe 2)
- grande capacità (filtri di cl
CONTAMINANTE
|
FACCIALE FILTRANTE PIU' APPROPRIATO
|
ESEMPI DI UTILIZZO
|
POLVERI E FIBRE FASTIDIOSE
|
FFP1
|
Sgombero di macerie, demolizioni edili
|
POLVERI FINI E FUMI NOCIVI
|
FFP2S
|
Lavorazioni di sabbiatura e saldatura, abrasione di vernici, taglio del marmo, allamatura di parquet, bonifica da fibra di vetro
|
POLVERI FINI, PARTICOLATO IN BASE ACQUA, FUMI E NEBBIE NOCIVE
|
FFP2SL
| |
POLVERI FINI TOSSICHE E NOCIVE
|
FFP3S
|
Fonderie e acciaierie, decontaminazione da amianto, uso di aspirapolveri industriali.
|
POLVERI FINI, FUMI E NEBBIE A TOSSICITA' ELEVATA
|
FFP3SL
|
CLASSIFICAZIONE
· P1 è previsto soltanto contro particelle solide
· P2 e P3 sono suddivisi secondo la loro capacità di trattenere particelle sia solide sia liquide o particelle solide soltanto
Respiratori a filtro con semimaschera portafiltro e inserto filtrante
NORMA DI RIFERIMENTO
UNI EN ISO 10720:2007CARATTERISTICHE
UNI EN ISO 10720:2007CARATTERISTICHE
· Protegge le vie respiratorie da una atmosfera inquinata da gas e vapori.
· Può essere equipaggia con un filtro antigas o con un filtro antipolvere (bianco).
· Prevede un facciale che può essere costituito da una semimaschera con valvole realizzata interamente o prevalentemente da materiale filtrante antigas oppure da una semimaschera in gomma in cui il filtro/i antigas forma/no parte inseparabile del dispositivo.
· Fondamentale è la selezione corretta del tipo e classe giusti del filtro in relazione alle caratteristiche qualitative e quantitative del gas o vapore inquinante.
· La massa dei filtri, compresa quella dei porta filtri direttamente collegati alle semimaschere o ai quarti di maschera, non deve essere maggiore di 300g.
SCELTA DEI FILTRI
FILTRO ANTIGAS
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COLORE
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TIPO DI CONTAMINANTE
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FFA
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Marrone
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da usare contro determinati gas e vapori di composti organici con punto di ebollizione al di sopra di 65 °C, secondo le indicazioni del fabbricante
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FFB
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Grigio
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da usare contro determinati gas e vapori di composti inorganici secondo le indicazioni del fabbricante (con esclusione dell'ossido di carbonio)
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FFE
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Giallo
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da usare contro anidride solforosa e altri gas e vapori acidi, secondo le indicazioni del fabbricante
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FFK
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Verde
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da usare contro ammoniaca e derivati organici ammoniacali, secondo le indicazioni del fabbricante
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FFAX
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Marrone
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Sono filtri antigas e combinati da utilizzare contro composti organici a basso punto di ebollizione (minore di 65 °C)
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FFSX
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Violetto
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Sono filtri antigas e combinati da utilizzare contro composti specificamente indicati (per esempio diclorometano).
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FILTRI ANTIPOLVERE
I respiratori a semimaschera possono utilizzare i seguenti filtri antipolvere:
I respiratori a semimaschera possono utilizzare i seguenti filtri antipolvere:
P1 = filtri di bassa efficienza
P2 = filtri di media efficienza
P3 = filtri di alta efficienza
P2 = filtri di media efficienza
P3 = filtri di alta efficienza
REQUISITI : Quando l'apparecchio è equipaggiato con un filtro P3, la resistenza all'inspirazione può essere relativamente elevata e ciò può renderne l'uso non confortevole per periodi di tempo di non breve durata, specialmente per lavori molto faticosi.In tali casi è opportuno considerare l'eventuale uso di un apparecchio a ventilazione assistita.I filtri antipolvere sono identificati dal colore bianco. I filtri antipolvere sono identificati dal colore bianco.
ESEMPI DEI PRINCIPALI FILTRI UTILIZZATI IN EDILIZIA
DPI
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Sostanze o preparati da cui proteggersi
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Protez.
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Note
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Facciale filtrante monouso FFP1
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Polveri e inerti
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Bassa
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Filtri con bassa separazione contro le particelle solide e / o liquide
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Facciale filtrante monouso FFP2
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Polveri di attività di demolizione
con presenza di lana di roccia e altri materiali coibenti |
Media
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Filtri con media separazione contro le particelle solide e / o liquide, filtri consigliati nell'attività di demolizione
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Facciale filtrante monouso FFP3
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Fibre di amianto, fibre di lana di roccia
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Alta
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Filtri con alta separazione contro le particelle solide e / o liquide. Obbligo di addestramento all'uso del DPI
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Maschera / semimaschera con filtro combinato A1 B1 E1 K1
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Vapori, gas, aerosol, fumi, nebbie,
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Bassa
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Maschera/semimaschera con filtri combinati intercambiabili protezione bassa. Obbligo di addestramento all'uso del DPI
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Maschera / semimaschera con filtro combinato A2 B2 E2 K2
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Vapori, gas, aerosol, fumi, nebbie,
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Media
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Maschera/semimaschera con filtri combinati intercambiabili protezione media. Obbligo di addestramento all'uso del DPI
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Maschera / semimaschera con filtro combinato A3 B3 E3 K3
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Vapori, gas, aerosol, fumi, nebbie,
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Alta
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Maschera/semimaschera con filtri combinati intercambiabili protezione alta. Obbligo di addestramento all'uso del DPI
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NORME EUROPEE
Gli apparecchi per la protezione respiratoria sono dei D.P.I. di classe 3:
protezione dai rischi maggiori.
protezione dai rischi maggiori.
Tutti i dispositivi di 3° categoria sono studiati e prodotti per:
· proteggere dagli aerosol solidi, liquidi o dai gas
· isolare completamente dall’atmosfera ambiente.
FACCIALI MONOUSO
EN149 Facciali filtranti monouso contro le particelle. Esistono 3 classi di protezione: FFP1, FFP2 e FFP3.
EN405 Semimaschere filtranti con valvola contro i gas o contro i gas e le particelle.
FACCIALI RIUTILIZZABILI
EN140 Semimaschere e quarti di maschera riutilizzabili, per utilizzo con filtri ed apparecchi di protezione respiratoria (apparecchi ad adduzione d’aria compressa, ventilazione assistita, ecc.).
EN136 Maschere complete, per utilizzo con filtri ed apparecchi di protezione respiratoria (apparecchi ad adduzione d’aria compressa, con aria libera o autonoma, ventilazione assistita, ecc.).
EN148 Filettatura per maschere. Questa norma descrive vari tipi di connessioni dei DPI e dei filtri alle maschere. La più comune è la norma EN148-1, che definisce la filettatura RD 40 x 1/7".
EN143 Filtri per particelle per degli apparecchi di protezione respiratoria con pressione negativa. Sono efficaci contro le polveri e le fibre, e la maggior parte di fumi, aerosol liquidi e batteri. Idonei per semimaschere conformi alla EN140 o maschere complete EN136. Esistono 3 classi: • P1: Bassa efficienza • P2: Media efficienza • P3: Alta efficienza.
EN141 o EN14387 Filtri antigas/vapori e filtri combinati per degli apparecchi per la protezione respiratoria con pressione negativa. Sono classificati secondo il tipo e la classe. Esistono 3 classi che corrispondono ad una differenza di capacità del filtro e ad una concentrazione massima di sostanza tossica autorizzata nell’aria inquinata • Classe 1: 0,1% • Classe 2: 0,5% • Classe 3: 1%.
EN371 o EN14387 Filtri antigas AX e filtri combinati contro i composti organici a basso punto d’ebollizione (<65°). Queste cartucce sono monouso.
VENTILAZIONE ASSISTITA
EN12941 ex EN146 Apparecchi filtranti a ventilazione assistita con caschi o cappucci contro le particelle, i gas ed i vapori. 3 classi per il dispositivo nel suo insieme: TH1, TH2, TH3. Le cartucce di filtrazione per particelle sono marcate: TH1P, TH2P, TH3P.
EN12942 ex EN147 Apparecchi filtranti a ventilazione assistita con maschere complete, semimaschere o quarti di maschera contro le particelle, i gas ed i vapori. Le 3 classi di protezione sono: TM1, TM2, TM3.
CLASSI D’UTILIZZO DEI FILTRI
Protezione gas/vapori:
Protezione gas/vapori:
Classe 1 per un tenore di gas inferiore allo 0,1 % in volume
Classe 2 per un tenore di gas compreso tra lo 0,1 % e lo 0,5 % in volume
Classe 3 per un tenore di gas compreso tra lo 0,5 % e l’1 % in volume (filtri di grande capacità portati in cintura).
Protezione contro particelle, polveri ed aerosol:
Classe 1 (P1 o FFP1) per proteggere dalle particelle solide grossolane senza tossicità specifica (carbonato di calcio)
Classe 2 (P2 o FFP2) contro gli aerosol solidi e/o liquidi indicati come pericolosi o irritanti(silice – carbonato di sodio)
Classe 3 (P3 o FFP3) contro gli aerosol solidi e/o liquidi tossici (berillio - nichel - uranio -legno duro)
I Gas - Vapori: per ogni sostanza contaminante, il filtro adeguato
Gas e vapori organici il cui punto d’ebollizione è superiore ai 65°C. P.es.: Solventi, idrocarburi...
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Gas e vapori organici il cui punto d’ebollizione è inferiore ai 65°C.
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Gas e vapori inorganici. P. es.: Cloro, cianuri, acido cloridrico...
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Gas e vapori acidi. P. es.: Biossido di zolfo,...
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Ammoniaca e derivati organici amminici
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Particelle, polvere
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Monossido di carbonio
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Vapori di mercurio
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Monossido d’azoto, ossido d’azoto, vapori nitrosi
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Iodio
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TAPPI E CUFFIE
DESCRIZIONE
Il suono prodotto da una sorgente si propaga nello spazio attraverso onde sferiche, sotto forma di
variazioni della pressione del fluido circostante, producendo vibrazioni che arrivano all’orecchio
che, attraverso il movimento della membrana timpanica, le traduce in una sensazione uditiva.
Quando la sensazione prodotta risulta sgradevole, allora si parla di rumore.
Normalmente l’orecchio umano percepisce suoni le cui frequenze sono comprese tra 20 Hz (suoni
gravi) e 16.000 Hz (suoni acuti).
L’unità di misura dell’intensità del suono è il Pascal, ovvero l’unità di misura della pressione. In
relazione all’intensità sonora l’orecchio può percepire suoni da 20
ıPa (soglia uditiva) fino a circa
20 Pa (soglia del dolore). Poiché le variazioni di pressione relative al suono variano in un intervallo
molto ampio, il rumore viene espresso in Decibel, una scala logaritmica.
L’esposizione al rumore forte può produrre danni a carico dell’orecchio interno, in funzione sia
dell’intensità sonora sia della durata dell’esposizione. In sintesi, i tipi di danno possono ricondursi
alle tre tipologie che seguono:
- Trauma acustico: determinato spesso dall’esposizione a livelli sonori elevati (es. esplosione), esso
comporta quasi sempre la perdita permanente dell’udito;
- Spostamento temporaneo della soglia uditiva (NITTS o ipoacusia transitoria): determinato da
esposizione breve ad elevati livelli sonori, esso comporta una riduzione della capacità uditiva
limitata nel tempo;
- Spostamento permanente della soglia uditiva (NIPTS o ipoacusia permanente): determinato da
un’esposizione continuativa ad elevati livelli sonori, esso comporta il danneggiamento irreversibile
del sistema di trasmissione degli impulsi sonori al cervello.
Oltre a questi danni esistono diversi effetti collaterali non direttamente legati all’udito, tra cui si
possono ricordare disturbi al sistema neurovegetativo (vertigini ed emicrania), aumento della
frequenza cardiaca e della pressione.
Nell'utilizzo dei mezzi di protezione per l'orecchio è necessario seguire i seguenti comportamenti:
pulire costantemente le protezioni secondo le modalità indicate dal produttore;
la sostituzione delle protezioni deve essere effettuata secondo le modalità indicate dal
produttore:
conservare le protezioni in luogo opportuno;
controllare l'integrità delle protezioni prima dell'utilizzo:
fare un utilizzo sistematico delle protezioni.
I mezzi di protezione individuali per il rumore sono principalmente di due tipologie:
insertiauricolari e cuffie.
Quali tipi in commercio
Inserti auricolari
Comunemente denominati tappi proteggono l'orecchio da rumori non di elevata intensità, quando
vengono inseriti nel modo corretto nel canale uditivo.
Le tipologie di tappi per orecchie sono tre, producono un’attenuazione da 11 a 35 dB per frequenze
comprese tra 250 e 4000 Hz.:
Tappi malleabili per tutte le orecchie
o
Questi tappi sono prevalentemente usa e getta; sono comodi.Igienici ed economici.
Tappi su misura
o
Questi tappi sono modellati in base alla precisa forma
dell'orecchio. Sono riusabili. igienici. durevoli e necessitano
di cura e pulizia costante.
Tappi pre-modellati
o
Questi tappi sono realizzati in silicone morbido, gomma o
plastica. e si adattano praticamente a tutti i tipi di orecchio.
Sono riusabili. igienici, durevoli e necessitano di cura e
pulizia costante.
Archetto auricolare
o
Sono costituiti da un archetto in ABS e inserti in
schiuma di poliuretano. Gli inserti sono modellati per
adattarsi ai condotti uditivi di qualsiasi dimensione.
Hanno caratteristiche dielettriche e ipoallergeniche. Le
tipologie di archetto variano a seconda dell’utilizzo
possono essere indossati con o senza casco. Sono
leggeri e snodabili. Garantiscono una attenuazione in
dB-30 23 22 27
Cuffie acustiche
Le cuffie
sono costituite da:
Coppe in plastica riempite di materiale schiumoso:
Cuscinetti coperti di plastica e riempiti di schiuma:
Fascia di raccordo che, contrappesata mantiene aderenti alle
orecchie le coppe e può passare sotto il mento, sopra e dietro il
capo.
Numerose sono le tipologie di cuffie esistenti, in funzione del tipo di
rumore ed del tipo di lavoro in cui vengono utilizzate, e costituiscono
l'unica protezione acustica per il lavoratore che non può utilizzare i tappi.
Le cuffie, abbinate ai tappi per orecchie, forniscono la massima protezione
acustica possibile.
Esse sono ideali per migliorare l'udibilità di comunicazioni vitali e segnalazioni di emergenza in
ambienti caratterizzati da rumori discontinui ed impulsivi.
Le sole cuffie possono dare un abbattimento acustico da 15 a 30 dB.
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